La Prevenzione
Abuso di alcol, eroina e cocaina è ritenuto direttamente o indirettamente l’elemento scatenante Un'indagine recente ha calcolato che almeno un quarto di suicidi negli adolescenti è causato dall’abuso di alcol e droga. L’abuso di tali sostanze produce anche conseguenze non mediche tra gli adolescenti, quali il fallimento a scuola, l’incarcerazione, l’allontanamento dal nucleo familiare e la perdita del posto di lavoro.
La dipendenza da droghe e alcol è una malattia del cervello che è possibile prevenire ed eventualmente, nel caso si voglia, curare e guarire!
Per questo l’Associazione "Speranza per la Vita" O.D.V. si occupa anche del sostegno di bambini ed adolescenti al fine di proteggerli dall’offerta di sostanze nocive come droga ed alcol, costituendo insieme alle famiglie ed ai servizi sociali delle amministrazioni comunali dei programmi di prevenzione.
Di seguito alcuni punti da prendere in seria considerazione.
1. Priorità
La prevenzione si deve ritenere prioritaria e fondamentale per la riduzione della domanda di droga. Tutte le sostanze stupefacenti sono da considerarsi pericolose per la salute psico-fisica e sociale dell’individuo e hanno un alto potenziale di evoluzione negativa in grado di compromettere l’integrità psicofisica delle persone e la loro armonica presenza nella società.
2. Attenzione al policonsumo
Le attività di prevenzione devono essere strutturate considerando che il policonsumo di sostanze (vari tipi di droghe, alcol e tabacco) è ormai il comportamento prevalente di assunzione.
3. Interventi permanenti e su gruppi specifici
Le azioni di prevenzione devono essere particolarmente sostenute e mantenute nel tempo al fine di assicurare alla comunità ed in particolare ai giovani e ai gruppi sociali particolarmente vulnerabili ed alle loro famiglie (adolescenti con disturbi comportamentali, minori con comportamenti delinquenziali, emarginati senza fissa dimora, persone detenute, prostitute, donne in gravidanza, immigrati, ecc.) ambienti sani e sicuri e quanto più possibile liberi dalle droghe.
4. Un problema di sanità pubblica a forte impatto sociale
Al fine di orientare correttamente le nostre azioni è necessario considerare la diffusione dell’uso delle sostanze stupefacenti anche come un problema di sanità pubblica, di sicurezza sociale e potenzialmente in grado di minare le basi della società civile, della sua stabilità e del suo sviluppo futuro.
5. La consapevolezza del rischio
Le azioni di promozione e di protezione della salute devono quindi essere dirette contro l’uso di tutte le sostanze stupefacenti in grado di interferire con le normali funzioni neuro-psichiche delle persone.
Le azioni sopra menzionate devono, dunque, puntare a rendere la persona non soltanto consapevole dei rischi e dei danni derivanti dall’uso di droghe, ma devono anche, e soprattutto, proporre dei comportamenti e degli stili di vita migliori al fine di evitare tali eventi. Le azioni di cui sopra andrebbero estese a tutte le dipendenze patologiche, come ad esempio il gioco d’azzardo patologico che è una forma di dipendenza senza sostanze.
6. Uso di droghe come disvalore
Pertanto, l’uso di sostanze stupefacenti deve essere considerato e comunicato come un “comportamento inadeguato, da evitare in quanto mette a rischio la propria e l'altrui salute, l’integrità psichica e sociale nel suo complesso” e deve essere considerato per la persona un “disvalore e non un plus valore”.
7. Chiarezza nella comunicazione
La comunicazione sociale ed ambientale, nelle campagne di prevenzione, deve esplicitare in maniera costante, oggettiva e comprensibile tutti i danni ed i rischi derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e l’assoluta opportunità di evitarne l’assunzione ma, contemporaneamente, devono essere proposti e promossi stili di vita alternativi sani e gratificanti fin dalla prima infanzia. A tale proposito è necessario supportare e rinforzare il ruolo e la responsabilità della famiglia (ruolo genitoriale) e della scuola (ruolo educativo e formativo).
8. Prevenzione come investimento a lungo termine
La prevenzione risulta l’arma vincente su cui investire nel breve, nel medio e lungo termine, in maniera permanente e continuativa. Ciò in considerazione del fatto che vi è la necessità principale di promuovere e proteggere soprattutto il potenziale mentale e produttivo delle giovani generazioni.
9. Vulnerabilità, fattori di rischio e fattori protettivi
Dalle ricerche scientifiche, nazionali, europee ed anche internazionali, sono stati identificati diversi fattori di rischio che possono creare uno stato di maggior vulnerabilità allo sviluppo di dipendenza.
Alcuni di questi rischi sono geneticamente determinati, altri, ugualmente importanti, sono collegati alla sfera psicologica, educativo e socio-ambientale di ogni singolo individuo. Analogamente, sono stati individuati fattori protettivi dell’individuo dal rischio di avere contatti con le sostanze stupefacenti e dalla dipendenza, tra cui, in primis, le cure parentali, un ambiente scolastico e sociale fortemente orientati all’accudimento e alle politiche antidroga, dei modelli educativi impostati alla valorizzazione dell’individuo e delle sue abilità, della sua creatività ma, contestualmente, al rispetto delle regole.
Questi fattori agiscono soprattutto durante la prima fase di vita (0-20 anni) e sono in grado di condizionare lo sviluppo cerebrale e comportamentale dell’individuo.
10. Uso di droghe e compromissione dello sviluppo cerebrale
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato come lo sviluppo cerebrale dell’adolescente termina, di norma, la propria maturazione intorno ai 20 anni e che, in tale periodo, vi è una forte sensibilità alle sostanze stupefacenti. Proprio le droghe producono importanti disturbi nell’armonico sviluppo delle funzioni cognitive e dei sistemi neuro-biologici deputati al controllo dei comportamenti e ad importanti sistemi di funzionamento psichico come quello della gratificazione, della memorizzazione e dell’apprendimento, del decision making e del giudizio. Queste ricerche hanno mostrato, inoltre, che nell’età compresa tra 0 e 20 anni si sviluppano e si consolidano particolari proiezioni e connessioni nervose tra alcune importanti strutture, deputate all’attivazione delle reazioni emotive (sistema limbico) e altre strutture della corteccia cerebrale superiore, che regolano e controllano tali impulsi e reazioni (lobo prefrontale). La perfetta maturazione cerebrale comporta, quindi, una regolare maturazione di questi sistemi di connessione che saranno in grado di assicurare una buona e corretta relazione funzionale tra emozioni e volontà, creando quel bilanciamento necessario ad una normale e gratificante vita sociale basata sulle relazioni con i propri simili, ben equilibrata tra gli impulsi emozionali ed il controllo volontario e responsabile dei comportamenti. Le ricerche scientifiche, poi, hanno dimostrato che la tossicodipendenza modifica strutturalmente e funzionalmente il cervello e che tali modificazioni restano a lungo anche dopo la sospensione dell’assunzione di sostanze, creando condizioni di rischio di ricaduta e di disfunzione dei normali processi neuro-cognitivi. Per questi motivi la programmazione delle attività di prevenzione deve tenere in forte considerazione gli studi sugli effetti delle sostanze stupefacenti sul cervello durante tutta la fase di evoluzione.
11. Verso una prevenzione selettiva
Nell’ambito degli interventi concreti le ricerche hanno anche mostrato come siano più efficaci campagne di prevenzione selettiva ed indicata su gruppi ristretti, rivolte soprattutto ai gruppi di popolazione giovanile particolarmente vulnerabili e che coinvolgano contemporaneamente i loro genitori e gli insegnanti, rivolgendo una particolare attenzione alle giovanissime persone con disturbi precoci del comportamento.
12. Valorizzare l’approccio educativo
E’ necessario sottolineare e valorizzare che, in questo tipo di interventi preventivi, svolge un ruolo determinante e fortemente condizionante la loro efficacia, l’esistenza e l’utilizzo di un approccio e di metodologie con orientamento educativo e psico-comportamentale. Questi interventi si sono dimostrati anche più sostenibili rispetto ad interventi universali e non specifici.
13. Famiglia e scuola
Le agenzie più importanti a questo proposito risultano essere la famiglia e la scuola, dove la maggior parte dei giovani può ricevere gli adeguati supporti educativi e formativi. È necessario supportare fortemente queste due componenti con specifiche e concrete azioni. Oltre a ciò, è necessario anche assicurare una coerenza dei messaggi e degli atteggiamenti nei due settori che a volte non trovano una perfetta sintonia di intenti e di azione.
14. Precocità di intervento
Da alcuni anni si osserva il calo dell’età del primo utilizzo di droghe e questo comporta la necessità di anticipare sempre più l’inizio delle attività di prevenzione introducendo tali programmi già nell’età della scuola primaria.
15. La cannabis e i suoi derivati: sostanze pericolose
La cannabis continua ad essere la sostanza più usata e spesso la prima sostanza assunta dagli adolescenti che, successivamente, ne sono diventati dipendenti o hanno iniziato ad utilizzare droghe quali la cocaina e l’eroina. Il ruolo della cannabis come droga “gateway” (ponte verso altre sostanze) in persone con fattori di vulnerabilità all’addiction è dimostrato e risulta pertanto indispensabile non sottovalutare il rischio correlato all’uso di questa sostanza ancora erroneamente e superficialmente considerata “leggera”.
16. Il ritardo della diagnosi e la necessità di intervento precoce
Il forte ritardo di diagnosi riscontrato relativamente all’uso di sostanze e/o dalla dipendenza dei giovani, comporta non soltanto gravi conseguenze mediche, ma anche psichiche e sociali per l’individuo. E’, quindi, necessario concentrare l’attenzione su questo aspetto con specifici programmi di diagnosi precoce, già fin dal primo e occasionale uso, sulle persone minori con il coinvolgimento attivo e diretto dei genitori e di tutte le agenzie educative con cui i ragazzi vengono in contatto (scuola, associazioni sportive, ecc.).
17. Anticipare la scoperta per intervenire prima e meglio
Pertanto, un fattore determinante nella prevenzione dello sviluppo della tossicodipendenza, fino ad ora fortemente sottovalutato e sotto utilizzato, è la possibilità di anticipare la scoperta dell’uso di sostanze da parte delle persone minorenni (early detection) al fine di poter instaurare un intervento terapeutico precoce. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che esiste un lungo periodo di tempo, con continua esposizione ai rischi e danni cerebrali delle persone che utilizzano sostanze stupefacenti, che va dal momento del primo uso di tali sostanze al momento del primo contatto con i servizi di cura.
Questa situazione di rischio può perdurare anche per 6-8 anni con lo sviluppo di una vera e propria malattia, quale è la tossicodipendenza, in grado di compromettere irrimediabilmente la vita delle persone coinvolte in questo problema e di ridurre le possibilità di guarigione. Risulta, dunque, indispensabile e prioritario attivare programmi di prevenzione che puntino alla scoperta precoce del problema nelle persone minorenni con l’attivazione contemporanea di interventi di supporto educativo e specialistico per le famiglie. E’ noto, infatti, come interventi individuali in queste prime fasi di utilizzo di sostanze, per la minor refrattarietà al cambiamento comportamentale presente, aumentino la possibilità e la facilità di attivare cure ed interventi appropriati, meno invasivi, più accettati e maggiormente efficaci nel medio-breve termine. Questo consentirà anche di ridurre le drammatiche conseguenze e i costi della tossicodipendenza derivanti sia dal dover attivare opportune strutture e processi di cura, sia dalla riduzione del potenziale produttivo ed intellettivo della persona tossicodipendente.